domenica 7 luglio 2013

Uno

Lo sguardo è cristallo nero e bianco assente e altrove raggiunge la memoria e la svela da ogni causa. Le pupille un oceano e il giorno è una goccia d'inchiostro a cui sfugge lentamente la consistenza l'identità mentre la città diviene trasparente e il presente precipita. Mirata fissa immobile penetra attraversa e si alza, rivive un momento infinite volte coglie ogni dettaglio, mentre camminavano insieme e si sono fermati. Lo guarda. E scorrono sugli occhi le pareti con i manifesti per strada, i tacchi sul marciapiede, la luce tenue, il suo cappello grigio e la sciarpa e se tu vedessi saresti catturato all'istante, ma prima di restare pietra perderesti il cuore, dentro il ghiaccio fossile, entrando nei suoi ricordi senza suoni. Né parole. E capiresti, nei suoi sospiri leggeri, dalle labbra ogni tanto schiuse, prima che tutto si oscuri e ricominci nuovamente daccapo capiresti, come aver dormito profondamente, molto a lungo, sul punto di svegliarti, ma sprofondare nel sogno, intrappolato e cosciente nonostante l'incessante bisogno di essere desti, di tornare alla luce, e lo stesso sogno ancora, è stato il momento per cui si vive una vita intera dopo qualche passo per le mani senza perché vicini e chiudendo gli occhi mentre si cede un bacio.


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