
Al mio dubbio al mio timore alle radici morte ai rami stanchi e finiti a quella terra marcia a una fede falsa a quel monte profondo affondato e al mare nel cielo infinito nella contraddizione al mio non comprendere la fine la ragione di una strada scelta ma già in principio decisa a tutto ciò di mio come tutto questo che mio non è stato mai che resta qui nel ventre di un ricordo sepolto ora alla terra di sud di una nascita ogni volta nuova ogni volta bagnata dal verde. Ti perdono, respiro, perdono la muerte por lo que nos hizo perdono a me di quella danza e di quel tributo per le cicatrici che ancora sanguinano e gli squarci che non più si vedono.
Questa è la lettera di un suicida che la ha amata tanto e sopravvive alla vita.
Edward James
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