venerdì 8 luglio 2011

Non ho domande da farti



Godersi la vita significa per me fare una passeggiata nel bosco, stare con mio padre, levigare una piedra, sottolineare una frase, conoscere il nome tuo, premere il bottone >, sedere sotto un albero con i piedi nell'acqua, togliermi le scarpe, scrivere M sul mare di ghiaccio, guardare mia madre quando crede di essere sola, sapere che i miei giorni sono solo il punto di equilibrio tra l'immaginario e il reale, danzare, danzare solo, trovarmi in luoghi dove sia io l'unico a dare esistenza alle cose, attendere un istante prima di mangiare, prima di svegliarmi, passare davanti alla salagiochi ma avere troppo da fare per potermi fermare, sentire che questo profumo è rimasto lo stesso. Sapere che ci guardiamo ora con occhi diversi, poterti guardare, avere un momento di silenzio tra i nostri ricordi più belli, ascoltare ora l'incredibile storia di quel vecchio seduto solo, simulare un abito, vedere come cambia dopo aver fatto l'amore, sorprendermi a fare qualcosa di tremendamente stupido, pregare per i vivi, ci sono cose che nessuno può togliermi, sapere che nella stanza accanto c'è qualcuno che amo, c'è qualcuno come me, e anche se non condivido questo momento non sono solo, curarmi, esiste anche ciò che non posso vedere, bagnarmi il viso di cenere, calciare la sabbia al vento, cavalcare, fare un salto nel vuoto, ascoltare le onde fino al sogno, sentire che anche il cuore è riuscito a perdonare. Disinteressarmi se il pesce abbocca, fissare il Sole, scrivere sulla lavagna, cancellare e ricominciare a scrivere, parlare con gli uccelli, credere che questa canzone  sarà il neon caldo per la falena della mia inquietudine, sapere che questo stesso giorno ritornerà, sono stato io a fermare i rami dell'albero, mi commuovo e il film non è ancora iniziato, la cintura di Orione, immaginare che anche chi vive sopra le nuvole vede l'alba del nuovo giorno. Non c'è tormento qui, solo le onde del mare sulla pietra e quiete. Tutto ciò in cui credo mi ha condotto qui, su questo scoglio, seduto, e non importa quante volte ancora dovrò morire, dimenticare, sognare e risvegliarmi. Aspetterò che questo oceano infinito ti porti a me una volta ancora come una conchiglia. Il mio nome è Χρυσοῦς e sono filgio del Sole, cammino su raggi dorati come l'abbaglio delle nuvole riflesse sull'acqua.

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