domenica 18 settembre 2011

Radio Oksa

Una Sola Cenere





"Le foglie al vento sembrano pioggia"

"I rami tra i raggi sono crepe nel cielo"

"Libertà. Sì, sentire e vedere. Scorgere e distinguere, tutta questa meraviglia..
Come mai allora sono così felice di sapere che questa sera, alla Luna, faremo un falò?"

domenica 11 settembre 2011

Sconto di 100€ per un viaggio a Malta se partite in 2


Ciao fratello,
come stai? Che fai? Le cose che pensi, che cosa senti? Io credo Charlie tu sia l'unica persona che possa capire, o anche solo immaginare, quello che provo. Mi manchi. Complicità, ma soprattutto la forza, il coraggio di credere in noi. Gli stessi, ma ora qui e là, un po' dispersi dai sentieri, le ragnatele, le profondità degli abissi, le maschere. Quest'occhio di cristallo che ci permette di vedere chiaramente intorno, mentre giochiamo un'altra mano, ci lasciamo ingannare.
Dunque torno a casa, guardo il ponte sui binari: la neve si è sciolta. Il Sole del mattino è il mio tramonto. Sono solo, ho messo gli occhiali e penso. Ad una foto che ho visto, non avevo mai pensato quella parola su di me. D'improvviso mi è dunque tutto chiaro, vedo tutti i giorni e le notti che ho avuto: sono io, ora. E' opera mia. E mi pare che nulla sia stato mai così confortevole, liberatorio e rasserenante del sapere di essere un perdente. Per aver smesso di credere in me, in te, in noi. Spodestato il Cosmo dal suo trono in me, sono ora io a farmi gioco di lui e bramo vederlo stare allo scherzo. Così raccolgo dagli angoli, giunto a casa, e faccio una borsa di tutti i sogni ricevuti: questo è il mio tributo al fuoco. Il sacrificio di un sogno che ho avuto per ottenere un istante di vita. Ancora.
Devo dirti grazie per questo, sei un eroe.

http://wayseermanifesto.com/

lunedì 5 settembre 2011

Lightmare I - Vado allo Scalo


E' notte inoltrata, quasi giorno, e sono allo scalo del porto. Ci sono alcuni amici con me in cerca di qualche cosa, non so di preciso, non mi interessa. Mi dirigo solo verso grandi container da carico ed entro: io sono in cerca di un bagno. Mi accorgo che siamo in movimento e ci dirigiamo verso la nave quando trovo finalmente il cesso, è un semplice water poggiato in cima ad uno di questi ora giganteschi container, non ci sono pareti, ma la cosa non mi turba. Mi siedo e comincio a cagare. Poi vedo alcune persone vestite di blu andare avanti e indietro, sono gli addetti ai lavori immagino. Così uno di loro si avvicina, mi offre dei tovaglioli di carta e aggiunge: "Dovresti mangiare vegano sai? Dall'odore .." si tocca il naso "..si direbbe che non hai un'alimentazione particolarmente equilibrata, mangi troppa carne". "Beh grazie!" dico io. Sento allora qualcuno che urla dalla strada verso noi. Vedo un gruppo di numerose persone: donne, uomini, vecchi e giovani, ci sono famiglie intere; appaiono molto folkloristici, hanno vestiti eleganti e pomposi, colorati ed elaborati, hanno tutti le valigie e vogliono salire sulla nave, mi sembrano usciti da un quadro dell'ottocento. L'uomo in blu replica allora di aver stabilito un altro giorno per la loro partenza, ma la folla in strada non ne vuole sapere, sono tutti pronti a partire. Forse non hanno il biglietto, sono clandestini, è mattino presto, c'è ancora buio. L'uomo in blu parla loro, un lungo discorso, ma non riesco a comprendere cosa dica, non sta parlando con le parole, difficile descrivere, quando d'improvviso tutto si è trasformato in una recita, un teatro e sono tutti degli attori in scena, mentre io sono sul palco e seduto sul cesso in cima al container mi sento il re, come se quella fosse la mia parte nello spettacolo. Sento una musica, appaiono allora alcune ragazze di fronte a me e intonano al canto strane filastrocche. E' stato allora che ti ho vista. Canti timidamente con voce dolce e soffusa, hai un vestito bianco e il tuo volto, non lo avevo riconosciuto subito, mi sembri una bambina, sei una meraviglia ed io mi sento morire, non riesco a crederlo, tu sei veglia nel mio sogno. Il petto mi sta esplodendo, mi alzo, ripenso all'ultima volta che ti avevo incontrata, non ci siamo detti niente. Ascolto ogni sillaba dell'incantesimo mentre mi guardi, poi scendo, vado in strada in mezzo alla gente, non riesco a voltarmi indietro. Ormai è venuto il giorno, la luce è chiara e fulgida, tiepida, forse il Sole è diventato trasparente ora. Arrivo ad un muretto, metto le mani nelle tasche e le svuoto sulla pietra. Ci sono oggetti che non identifico, non riesco a vederli nitidamente, ma formano un puzzle su quel muro: le forme e i colori si uniscono, si incastrano ed è completo ormai, si vede qualcosa, forma un disegno, ma manca l'ultimo pezzo. Non c'è, si è perso, forse non lo ho avuto mai non so, ma su questo io mi affrango, mi sbriciolo, sono a terra e mi sto dissolvendo, le guance sono ora completamente bagnate dalle lacrime. Tu ti avvicini e mi abbracci da dietro, guardi il mio rompicapo incompleto, guardi dentro il mio dispiacere, dici: "Non importa".
Il resto è vago e confuso, non posso nascondere le lacrime, la gioia e l'estasi per quello che mi hai detto, ma nemmeno tutto quel dispiacere e tormento che non si sono espressi mai, che sono rimasti qui, mentre tu mi presenti alcune delle persone in strada, amici, attori, mi sembra di conoscerli anche se hanno volti mai visti prima. Sono sovrafatto dalle emozioni. Poi ci siamo imbarcati, non ho idea di dove siamo andati, ricordo fiumi di acqua cristallina, una cascata e alcune imponenti statue completamente dorate. Ma cosa importa?! Mi sono svegliato, commosso, la finestra aperta e fuori la pioggia. Mi sono alzato e sono andato in sala. Tu mi hai servito il caffè. Abbiamo fatto colazione. Non ho mai scritto questa storia.