sabato 3 dicembre 2011

Ante-prima dell'alba

Amico mio, va tutto bene.
Non è stato un sogno solamente. Quanti corvi sono passati dall'ultima volta che ci siamo sentiti? Quanto è durata la notte? 
Ironicamente nemmeno ricordo a cosa stessi pensando. Mi avevi scritto allora: "Amico solo col buio puoi notare la volta di stelle, come potremmo orientarci, farci guidare, trovare la strada se non cadesse il nostro Sole ogni tanto dietro l'orizzonte? Fa sempre ritorno..". 
Sono stato dunque uno sciocco ad avere paura: la candela consuma la cera, le ombre crescono, fuori viene freddo, è come l'ultimo taglio di un'aria fin troppo sottile. Mi sono abbandonato, seppur ancora non spiego cosa mi abbia spinto a restare. Ogni cosa ogni gesto è diventato infatti terribile, più nulla poteva essere fatto a favore o contro la vita. Un nero denso gelido opaco ha offuscato penetrato e soffocato il cuore di tutti gli uomini. La parola si è persa e le ceneri sono finite negli occhi. Questo ineffabile gioco era già finito senza che lo sapessimo, non più siamo stati capaci in quel eterno attimo, di sognare. Di creare, di immaginare, di illudersi, di ridere, sorridere, stare allo scherzo, di commuoverci. Vuoti soltanto immobili. Inabili a sentire provare percepire, accecati e paralizzati in una mezza notte che nulla ha avuto di diverso da tutte le altre. Solo privati del battito che unisce ogni cosa, ogni essere; spezzato ogni legame con la vita, l'amore.
Fino a questa nuova alba, questo nuovo giorno, da cui ora ti scrivo un messaggio che pretendeva essere in fondo semplice. Solo ora che il bagliore può scaldare il petto, darmi la leggerezza indispensabile necessaria a non infrangere più il fiato. Respira. La notte è stata profonda, il mondo è profondo, come il tuo cuore di uomo. Fai ritorno amico al luogo in cui vivi, guardati intorno, le case, le strade, gli alberi, le persone, le finestre e di nuovo domandati che cosa ne abbiamo fatto di questa nostra madre? Come mai pare cosi difficile riconoscerla? Non senti anche tu l'incessabile ticchettio? Come una pioggia infinita, della vita unica di questa Terra che si accende e si spegne in ogni dove, perpetua ancora ed una volta ancora di nuovo come se ogni attimo fosse tutta l'eternità. A cosa devi l'esitazione, l'ostinazione? Non possiamo fermarla, solo ascoltarla. E ascoltati e godi di ogni singola nota, parola, bisbiglio o fruscio che riesci a ricevere. 


Va bene

Poichè tu cosi' hai detto,
Li hai respirati fuori
Ordinati con cura,
Nell'aria, a essere. 

Essi lavorano in squadra,
Sebbene fuori dal tempo.
Ciò che vedi li raggiungerà
La tua fede li nutre.

Non è bugia
A meno che tu non creda.


Y. Setchan

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